Sepulveda - Atelier di Lettura

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Festa della lettura > 2018
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore
Luis Sepŭlveda
 
Nello spazio dedicato ai libri che parlano e si interrogano sulla pratica della lettura, proponiamo il breve, intenso e poetico romanzo di Luis Sepŭlveda Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.

Il “cileno errante”, come lo ha definito Pino Cacucci, vive ora in Spagna, nelle Asturie, dopo aver viaggiato a lungo in America Latina e nel resto del mondo, anche al seguito degli equipaggi di Greenpeace, ed aver risieduto a Parigi e ad Amburgo.

Luis Sepúlveda ha lasciato il suo Paese nel 1977 al termine di un’intensa stagione di attività politica, conclusasi drammaticamente con l’incarcerazione da parte del regime del generale Pinochet. Gli fu permesso di trasformare la pena in esilio.

Dopo essere rimasto per poco tempo in Argentina e poi Brasile, arrivò a Quito in Ecuador dove ebbe modo di conoscere un mondo che tanta influenza ebbe nel suo destino di scrittore, oltre che di militante in favore di una natura violata e saccheggiata.

Per sette mesi ha vissuto nella selva amazzonica con gli indios shuar di cui ha imparato la lingua e il rispetto per i delicati equilibri della Madre Terra. Da quell’esperienza ha tratto il suo libro che l’ha fatto conoscere in tutto il mondo, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.
 
Nel libro convivono due storie che si intersecano una con l’altra e che vedono entrambe protagonista il vecchio Antonio José Bolivar Pronao, una incentrata sulla lettura e l’immaginazione, l’altra sull’epica sfida tra l’uomo e l’animale.

Il vecchio vive solo nella foresta in una piccola capanna di canne, in riva al fiume, in cui ha sistemato ordinatamente lo scarso mobilio, una fotografia sbiadita di Dolores, la donna che fu sua moglie e i ricordi della sua vita passata di colono bianco ai margini della foresta.

Il vecchio Antonio José ha scoperto di saper leggere e ama leggere. Legge lentamente, con l’aiuto di una lente mettendo insieme le sillabe, mormorandole a mezza voce, come se le assaporasse e quando un brano gli piace particolarmente, lo ripete varie volte. Leggere è qualcosa di magico, un’esperienza unica per Antonio José, è come un atto d’amore il cui godimento va prolungato il più possibile.

Si avvicina ai libri con lo stupore, la gioia e la meraviglia che provano anche i bambini quando le parole svelano mondi nuovi e sconosciuti e gli occhi si illuminano.  La lettura è così potente che gli permette di conoscere nuove realtà, di immaginare i luoghi dove sono ambientate le storie, di impadronirsi dei sentimenti e delle idee plasmati sulle pagine, di scoprire la bellezza del linguaggio umano.

    I suoi libri preferiti sono le storie d’amore, tristi, con gente che si ama davvero e che soffre, amori sfortunati, sempre che finiscano bene, però. Si commuove e la lente, di cui si serve per leggere, gli si appanna di lacrime nel leggere i libri di amore dove i personaggi mescolano felicità e sofferenza.
 Quei libri parlavano d’amore con parole così belle che lo facevano sognare un mondo diverso e gli facevano dimenticare la barbarie umana.
 
Per l’Atelier di lettura
Livia Cappella
 
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