Paolo Poli - Atelier di Lettura

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Paolo Poli

Festa della lettura > 2018
Paolo Poli. 
Leggere con gli occhi dell’ironia

Vi ricordiamo che il prossimo 13 ottobre, presso la biblioteca di San Vito al Tagliamento, si terrà la Seconda Festa della lettura a partire dalle ore 14.30.

Per questa occasione, il libro che presentiamo fra i Libri di culto è Alfabeto Poli. L’autore fu principalmente uomo di teatro, come ben sappiamo, ma in Alfabeto Poli si rivela anche scrittore profondo e divertentissimo.

Costruito sulla base di mezzo secolo di interviste, il libro è un elenco di personaggi, situazioni, termini vari, su cui l’autore esprime la propria opinione. Ci parla anche delle sue letture e degli autori che più ama o che detesta.

Amo il modo di leggere di Paolo Poli, la sua capacità di mescolare “sopraletteratura” e “sottoletteratura” come le definisce lui, di rivedere personaggi e vicende libero da censure e conformismi.

Ci racconta il suo primo incontro con la letteratura: a dieci anni, a causa della scarlattina lesse I promessi sposi, lo giudicò una storiellina scritta divinamente e trovò che, insieme a Pinocchio, era un libro importante. I due classici si equivalevano. Vi sembra un giudizio superficiale?

Ma non è sui grandi classici che ha imparato a leggere bensì sull’Artusi e con le fiabe, la Bibbia dei bambini, piene di cattiveria. 

E poi continuò con Virginia Woolf e Carolina Invernizio, Gozzano e Laclos, Tolstoj e Santa Rita da Cascia che, fra l’altro, non ha mai scritto niente, eccetera.

Un volo leggero di una persona coltissima e raffinata che sembra non volersi impegnare a prendere sul serio gli autori “importanti” e che valorizza quelli che vengono considerati da poco.

Poli contempla le vecchie signore con i capelli viola che lo vanno a sentire a teatro: hanno una preparazione letteraria che le nuove generazioni hanno perso perché hanno avuto il tempo per leggere. Io quelle vecchie signore le ho viste ad una pomeridiana. C’era vento e bora, Poli rappresentava Jacques il fatalista di Diderot. Le attempate triestine seguivano lo spettacolo, molte conoscendo il testo. Mi sono sentita spiazzata, sembravano caricature ed erano vere lettrici.

Per l’Atelier di lettura
Ivana Miotto
 
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