Paolo
Poli.
Leggere con gli occhi dell’ironia
Vi
ricordiamo che il prossimo 13 ottobre, presso la biblioteca di San Vito al
Tagliamento, si terrà la Seconda Festa della lettura a partire dalle ore 14.30.
Per questa occasione, il
libro che presentiamo fra i Libri di culto è Alfabeto Poli. L’autore fu
principalmente uomo di teatro, come ben sappiamo, ma in Alfabeto Poli si rivela
anche scrittore profondo e divertentissimo.
Costruito sulla base di mezzo
secolo di interviste, il libro è un elenco di personaggi, situazioni, termini
vari, su cui l’autore esprime la propria opinione. Ci parla anche delle sue
letture e degli autori che più ama o che detesta.
Amo il modo di leggere di
Paolo Poli, la sua capacità di mescolare “sopraletteratura” e
“sottoletteratura” come le definisce lui, di rivedere personaggi e vicende
libero da censure e conformismi.
Ci racconta il suo primo
incontro con la letteratura: a dieci anni, a causa della scarlattina lesse I promessi sposi, lo giudicò una
storiellina scritta divinamente e trovò che, insieme a Pinocchio, era un libro importante. I due classici si equivalevano.
Vi sembra un giudizio superficiale?
Ma non è sui grandi classici
che ha imparato a leggere bensì sull’Artusi e con le fiabe, la Bibbia dei
bambini, piene di cattiveria.
E poi continuò con Virginia
Woolf e Carolina Invernizio, Gozzano e Laclos, Tolstoj e Santa Rita da Cascia
che, fra l’altro, non ha mai scritto niente, eccetera.
Un volo leggero di una
persona coltissima e raffinata che sembra non volersi impegnare a prendere sul
serio gli autori “importanti” e che valorizza quelli che vengono considerati da
poco.
Poli contempla le vecchie
signore con i capelli viola che lo vanno a sentire a teatro: hanno una
preparazione letteraria che le nuove generazioni hanno perso perché hanno avuto
il tempo per leggere. Io quelle vecchie signore le ho viste ad una pomeridiana.
C’era vento e bora, Poli rappresentava Jacques
il fatalista di Diderot. Le attempate triestine seguivano lo spettacolo,
molte conoscendo il testo. Mi sono sentita spiazzata, sembravano caricature ed
erano vere lettrici.
Per l’Atelier di lettura
Ivana Miotto