Pennac - Atelier di Lettura

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Festa della lettura > 2018

“Come un romanzo” 
Daniel Pennac


Alla festa della lettura che l’Atelier organizza a San Vito al Tagliamento sabato 13 ottobre presso la Biblioteca Civica, non può mancare uno spazio dedicato alla riflessione sulla lettura attraverso il libro, ormai diventato un classico, di Daniel Pennac “Come un romanzo”, il cui tema principale è il piacere della lettura. Nato a Casablanca, figlio di un ufficiale dell’esercito francese, passa la sua infanzia in giro per il mondo tra Africa, Europa e Asia fino a quando si stabilisce nella Francia meridionale. Pessimo allievo, si riscatta solo alla fine del liceo quando un insegnante comprende la sua passione per la scrittura e al posto dei temi tradizionali, gli chiede di scrivere un romanzo a puntate con cadenza settimanale. Ottenuta la laurea diventa contemporaneamente insegnante e scrittore. Si appassiona da subito alla sua professione di insegnante che svolgerà per 28 anni e che poi abbandona per dedicarsi solo alla scrittura. Con la saga di Malaussène, di professione “capro espiatorio”, la sua strampalata e multietnica tribù, composta di fratellastri, sorelle veggenti, madre sempre innamorata e incinta, e un quartiere di Parigi, Belleville, è diventato uno degli scrittori più amati del mondo.  Il suo breve saggio “Come un romanzo”, composto di brevissimi capitoli scritti in modo discorsivo ed efficace, è un omaggio alla lettura e una testimonianza della sua passione di lettore, passione che ha saputo anche trasferire nel suo difficile mestiere di insegnante. “Il verbo leggere non tollera l’imperativo, proprio come il verbo amare e sognare” è l’assunto di fondo da cui Daniel Pennac parte per dimostrare come la lettura ci insegna ad entrare nel mondo se viene intesa come atto d’amore, senza condizioni, senza obblighi o imposizioni, verifiche o esami. Il piacere della lettura si nutre di desiderio e di sogno e non sopporta l’intrusione delle domande, delle schede di lettura e dei commenti. Quello che ci spinge a leggere è il desiderio e questo è anche il punto in comune con l’amore, è un abbandono e questo è un punto in comune con il sogno. C’è stato un tempo in cui la lettura era vietata, in modo particolare alle ragazze, a cui è seguito l’obbligo della lettura esercitato dalla scuola con l’ossessione della valutazione applicata alla comprensione del testo. Ma che genere di lettore saremmo se tutte le volte che leggiamo ci fosse qualcuno dietro a noi che aspetta per poi valutare la nostra lettura?  Leggere è uno dei nostri piaceri più segreti, quello che non confessiamo a nessuno e se quando siamo immersi nelle pagine bellissime di un libro percepiamo qualcuno dietro di noi che vuole intromettersi, la nostra felicità svanisce. Nella parte finale del libro c’è un interessante decalogo dei diritti imprescrittibili del lettore che stabilisce, la facoltà di instaurare un rapporto con i libri basato sulla libertà… compresa quella di non leggere.
“L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire.”
 
Per l’Atelier di lettura
Livia Cappella
 
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