L’ALMANACCO
DELL’ATELIER DI LETTURA.
PORDENONE,
5 DICEMBRE 2019
Siamo
qui per presentare l’ultima fatica dell’Atelier di lettura,
l’Almanacco
Estate-Autunno,
e per ricordare il direttore scientifico della medesima Associazione,
Grazia Liverani. Era stata il Preside Grazia Liverani a ideare gli
Almanacchi che sono stati pubblicati e presentati negli ultimi due
anni ed era stata sempre il direttore scientifico Grazia Liverani a
voler chiamare la collana edita dall’Atelier: Almanacco
del Trovarobe,
quella collana pubblicata a partire dagli anni Duemila e nella quale
trovano posto titoli come:
Leggere i Miserabili e
Hrabal
in Hrabal.
Proprio nell’introduzione a: L’Almanacco
del Trovarobe,
la Preside cita Lanzarillo
de Tormes,
un’opera spagnola di autore anonimo uscita nel 1554 che, nel
prologo, recita in questo modo: “
Io reputo conveniente che cose tanto singolari e forse anche mai
udite né vedute giammai giungano a conoscenza di molti e non si
seppelliscano nella tomba dell’oblio…”
Proprio questa sembra essere una delle chiavi di lettura del perché
il direttore scientifico apprezzasse tanto gli Almanacchi e le
pubblicazioni simili come i lunari, i pronostici ecc., pot-pourri di
fatti letterari, notizie, arguzie da non fare cadere nella oblio e da
far conoscere a quanti più lettori fosse possibile. L’eterogeneità,
la mescolanza, la miscellanea di più ingredienti diversi a formare
un tutto unico risiede anche nel significato stesso della parola
Almanacco, che deriva dall’arabo al-manākh,
che vale clima e anche calendario, ma indica anche il luogo dove i
cammelli delle carovane sostavano per scaricare e caricare merci ed
effettuare rifornimenti. All’insegna della pluralità, dunque,
della congerie di dati e informazioni che arrivano da luoghi diversi
e molto differenti raggiungendo persone, le più svariate,
raccogliendosi in un punto per poi partirsene verso punti diversi.
Categoria
di pubblicazioni quanto mai interessante, quella degli almanacchi,
dei lunari, dei pronostici, degli zibaldoni, noti a partire dal
Medioevo e ricchi di notizie, ragguagli, chiarimenti, spiegazioni
utili ai coltivatori o ai naviganti e arricchitisi poi di
informazioni tipicamente astrologiche o astronomiche come le
effemeridi che fornivano dati sulla posizione di pianeti e di stelle.
Fondamentali erano per offrire delucidazioni sul calcolo del tempo e
sull’alternarsi delle stagioni, come sulle fasi lunari (da cui uno
dei nomi più frequenti) da cui la vita degli agricoltori e delle
colture dipendeva ed era governata. Dopo il ‘500 e l’invenzione
della stampa la loro diffusione si ampliò fino a raggiungere il
massimo nel corso del XVIII secolo. Famosi Almanacchi sono quello
cinquecentesco di Nostradamus con le sue Centurie, tuttora
consultato, quello francese delle Muse, dedicato particolarmente alla
poesia, in Italia quelli di Carlo Gozzi e di Pietro Verri. Lo stesso
Carlo Goldoni scrisse un libriccino uscito anonimo, L’esperienza
del passato, astrologo dell’avvenire, almanacco critico per l’anno
1732,
composto in terzine. Peculiare è il caso della celebre Operetta
morale di
Giacomo Leopardi: Dialogo
di un venditore di almanacchi e di un passeggere,
in cui il dotto passeggere argomenta sulla scarsa felicità della
vita e sulla falsità di un lunario che prediceva ottimisticamente
che l’anno venturo sarebbe stato migliore di quello passato. Di
certo il direttore scentifico condivideva la rigorosa posizione
razionale del viandante, ma non era nelle sue corde il cupo
pessimismo leopardiano, essendo lei un’inguaribile ottimista. Anche
questa sua vena le ha fatto sicuramente prediligere la forma
dell’almanacco, pubblicazione stampata in folio o sotto la forma di
libriccini come quelli dell’Atelier, che venivano venduti, in
particolare nelle nostre zone, tra le festività di San Nicolò e
dell’Epifania. Inizialmente i lunari erano costituiti da una
riflessione sull’anno e, poi, sui singoli mesi e successivamente,
alle informazioni di carattere astronomico e meteorologico, si
aggiunsero pezzi letterari, in versi, nelle nostre zone in vernacolo.
Il lunarista ideava una sua composizione poetica bene augurante con
frizzi, motti di spirito e battute argute. Riconosciamo in queste
caratteristiche certamente una consonanza con l’indole del preside
Liverani. Vorrei fare, adesso, un caso emblematico: quello di un
famoso lunario veneto: lo Schieson
trevisan.
Il nome rimanda ad un albero con molti rami, flessibili, da cui si
ricavavano le fruste e allude metaforicamente all’abitudine di
frustare i costumi, di tirare delle stoccate, linguisticamente
parlando. Sono noti a tutti la capacità dialettica e il parlare
tagliente della nostra direttrice scientifica. Lo Schieson
trevisan
più famoso, quello di Giovanni Pozzobon, pubblicato tra il 1744 e il
1785, ha tutte le caratteristiche della letteratura popolare: veniva
venduto per 2 soldi e lo compravano tutti, anche i contadini. Giunse
alla tiratura record di 80 000 copie. Veniva letto, con tutte le
informazioni e le sue composizioni poetiche nelle veglie invernali
contadine quando tutti, adulti, anziani, bambini, si ritrovavano al
caldo degli animali ascoltando il poeta per bocca del più “studiato”
degli ospiti della stalla. Il poeta metteva a nudo i vizi e le virtù
del suo tempo stigmatizzando, dando consigli, dispensando paterna
saggezza. E faceva anche un’operazione culturale con questa lettura
ad alta voce. Giovanni Pozzobon, sior Zaneto, era uomo morigerato che
credeva nel valore della poesia. Più volte colpito dalla cattiva
sorte seppe trovare conforto nella letteratura e nei versi la forza
per superare il dolore e lo sconforto.
La
pubblicazione dell’Almanacco
Estate-Autunno
completa l’intera annata e fa seguito al precedente Almanacco
Inverno- Primavera
del 2018.
Questa
seconda parte è cadenzata nelle due stagioni, estate e autunno,
scandite per singole giornate dal 21 giugno al 20 dicembre.
Entrambi
gli Almanacchi sono orientati a promuovere la lettura e stimolare la
curiosità dei lettori, ma la loro impostazione è diversa.
Mentre
nella prima edizione piccoli frammenti di opere di genere diverso
facevano da contrappunto a curiosità varie e singolari, nella
seconda edizione, per ogni giorno, è stato proposto il compleanno di
un personaggio per noi significativo collegato ad un evento accaduto
nel giorno stesso, inserendo così anche la riflessione sul presente
e sulla storia.
Si
tratta di un Lunario
di compleanni, nel
quale,
giorno
dopo giorno, sono segnalati personaggi che hanno dato lustro al
genere umano ed eventi peculiari legati alla data del giorno stesso e
che riteniamo non debbano essere dimenticati. La proposta è una
sorta di Memento
quotidiano che offre chi ha influenzato la storia del presente o del
passato e quanto è avvenuto di fondamentale nello stesso giorno,
uniti insieme in una trama indissolubile.
Il
lavoro di ricerca degli eventi, oltre che metterci a contatto con una
valanga di informazioni, ci ha portate a riconsiderare la catena che
lega i fatti alle persone e a porli in relazione anche se
apparentemente sono lontanissimi. Che cosa lega Allende a Pizzarro?
Oltre che, ovviamente, lo spazio comune, l’America Latina, il filo
conduttore è quello dell’arroganza, del tradimento, della ferocia,
del sopruso, e via di seguito. Si scoprono, nel bene e nel male, le
costanti della storia dell’uomo, i progressi e purtroppo, i
regressi che si ripetono.
Le
citazioni, i testi, le riflessioni sono corredate da disegni (quelli
originali sono frutto della bella mano dell’amico Corrado
Infantino), ritratti e caricature che danno leggerezza alla parte
scritta e talvolta ci fanno anche sorridere.
Siamo,
quindi, nella tradizione degli almanacchi di un tempo: le notizie
curiose, i genetliaci strappati all’oblio, gli eventi storici
rispolverati, le annotazioni riflessive ma anche ironiche, la levità
condita con un po’ di disincanto, il piacere per l’immagine e la
decorazione e la speranza che questa lettura sia uno spazio, ancora,
di gradita ri-creazione.